La proctalgia é una sindrome dolorosa ano-rettale funzionale cioè in assenza di una patologia organica (ad esempio ragade anale) che possa giustificare il dolore. Si tratta di un disturbo di per sè benigno ma che può diventare comunque disabilitante con un impatto certamente negativo sulla qualità di vita oltre che sull'attività lavorativa.

Inquadrare il problema: i criteri di Roma IV
Sulla base del recente aggiornamento dei criteri diagnostici delle malattie colo-rettali (Criteri di Roma IV) la proctalgia é ditsitinta in:
-
proctagia fugax
- sindrome dell'elevatore dell'ano
- dolore funzionale ano-rettale aspecifico.


Diagnosi
La diagnosi viene posta dal proctologo sulla base della storia anamnestica, dell'esame obiettivo e della proctoscopia. La
manometria anorettale é estremamente utile per il riconoscimento di anomalie di contrazione della muscolatura pelvica. La RM pelvica può essere necessaria in alcuni casi dubbi per la diagnosi differenziale. L'ecografia ano-rettale può evidenziare un ispessimento dello sfintere anale.

PROCTALGIA FUGAX
La proctalgia fugax (fugace) é un dolore ano-rettale lancinante ad insorgenza improvvisa, della durata di pochi minuti (massimo 30 minuti) e senza sequele. Può insorgere in qualunque momento della giornata, a volte scatenato da stress psico-fisici, attività sessuale, evacuazioni, mestruazioni e assunzione di bevande alcoliche. Colpisce prevalentemente il sesso femminile. Tra i fattori di rischio vale la pena citare la sindrome del colon irritabile, una pregressa scleroterapia per malattia emorroidaria e precedenti interventi ginecologici (isterectomia transvaginale). La patogensesi della proctalgia fugace sembra correlata ad una anomala attività contrattile della muscolatura del pavimento pelvico, in particolare ad uno spasmo dello sfintere anale interno. Esiste inoltre una rara forma familiare a trasmissione autosomica dominante che si associa a stipsi e ispessimento dello sfintere anale interno.


SINDROME DELL'ELEVATORE DELL'ANO
La sindrome dell'elevatore dell'ano é una proctalgia cronica caratterizzata da episodi recidivanti di dolore sordo della durata di almeno 30 minuti in assenza di patologia organica e associata a una dolorabilità alla palpazione del muscolo pubo-rettale. La proctalgia cronica é più comune nelle donne nella terza - quarta decade di vita, mentre la sua frequenza tende a diminuire con l'aumentare dell'età.
La causa esatta resta incerta. Il mancato rilassamento pelvico durante il ponzamento (anismo), analogamente a quanto si osserva nella
sindrome da ostruita defecazione, é spesso documentabile all'esame clinico e manometrico di questi pazienti. Vi é una associazione con ansia e depressione, defecazione ostruita , prolasso rettale e interventi chirurgici correttivi del prolasso condotti per via transperineale.


DOLORE FUNZIONALE ANORETTALE ASPECIFICO
Il dolore funzionale anorettale aspecifico é una proctalgia cronica caratterizzata da episodi recidivanti di dolore sordo della durata di almeno 30 minuti in assenza di patologia organica e in ASSENZA di dolore alla palpazione del muscolo pubo-rettale. Rappresenta la forma più rara per la quale é difficile individuare trattamenti di dimostrata efficacia e per cui la terapia é essenzialmente sintomatica.

Trattamento conservativo
In considerazione della sindrome ansiosa frequentemente concomitante può essere utile un trattamento ansiolitico in associazione a consigli igienico-comportamentali (dieta, detersione) e farmacologica (miorilassanti sfinterici).
I trattamenti con biofeedback e la neuromodulazione (
tibiale posteriore) si sono rivelati al momento la migliore opzione terapeutica in termini di regressione della disfunzione e remissione del dolore. Una possibile alternativa, pur se meno efficace, é rappresentata dall'elettrostimolazione pelvica transanale e dal massaggio digitale dell'elevatore dell'ano.

Trattamento chirurgico
Dato che, per definizione, nella proctalgia non é possibile individuare una patologia organica che giustifichi la sintomatologia, il trattamento chirurgico vero e proprio trova raramente indicazione. Tra le poche indicazioni ricordiamo l'ispessimento del muscolo sfintere interno in cui può essere utile eseguire una sfinterotomia laterale interna.


NEVRALGIA DEL PUDENDO
La nevralgia o neuropatia del pudendo é una sindrome neuropatica cronica dovuta a compressione del nervo pudendo.

Cenni di anatomia

L'anatomia del perineo é molto complessa, in particolare per quanto riguarda l'innervazione che é mediata da diversi nervi tra cui il pudendo. Il nervo pudendo è un nervo misto, composto da fibre motorie e sensitive. I suoi motoneuroni si trovano a livello di una area del midollo sacrale (tra S2 e S4) detta nucleo di Onuf. Il nervo esce dalla pelvi ed entra nella regione glutea passando all'interno di un canale delimitato da strutture osse, ligamentose e muscolari, detto canale del pudendo o canale di Alcock. Il nervo pudendo si divide in vari rami che contengono fibre sensitive per la cute del perineo, i genitali esterni e i corpi cavernosi del pene e fibre motorie destinate ai muscoli del perineo, lo sfintere dell’uretra, lo sfintere anale esterno ed il muscolo elevatore dell’ano.

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Schema di innervazione del perineo

La nevralgia del pudendo colpisce sia maschi che femmine. Essa é caratterizzata da un dolore cronico di tipo continuo, generalmente urente (bruciore), ad insorgenza graduale oppure improvvisa, esacerbato dalla posizione seduta (il dolore tende a risolversi in posizione sdraiata) e accompagnato a senso di peso e/o parestesie (formicolio), iperestesia (dolorabilità al tatto e da abiti scomodi), possibili alterazioni della minzione e della defecazione, possibili disturbi della sfera sessuale.

La nevralgia del pudendo, considerata una patologia rara (1:100.000), é in realtà probabilmente una problematica sottostimata oltre che spesso invalidante.

La causa della sindrome dolorosa é da ricercare nell'infiammazione del nervo dovuta a compressione (“entrapment”) in un punto del suo decorso. La sede di compressione influenza la sintomatologia.

Tra le possibili cause e fattori di rischio ricordiamo: diabete mellito (neuropatia),
prolasso rettale, stipsi cronica, prolungata posizione seduta, microtraumi ripetuti (ciclismo, equitazione), trauma diretto (frattura di bacino), massa, chirurgia pelvica e proctologica, parto, radioterapia.

Diagnosi
La diagnosi viene posta generalmente dal proctologo, dall'uro-ginecologo o dal fisiatra sulla base della storia clinica e dell'esame obiettivo. Esistono criteri diagnostici (
criteri di Nantes) che aiutano il medico a riconoscere questa patologia a volte misconosciuta.

I cinque criteri diagnostici essenziali sono:

– dolore nel territorio anatomico del nervo pudendo
– dolore che peggiora in posizione seduta
- non dolore notturno
– assenza di deficit sensitivo
– positività del test di blocco nervoso con anestetico

Si ricorda l'importanza di escludere altre patologie di interesse proctologico in prima battuta ma anche uro-ginecologico. Il percorso diagnostico si avvale di alcuni accertamenti tra cui la
manometria anorettale, la Risonanza Magnetica o l'ecografia transperineale e, come detto sopra, un test di infiltrazione con anestetico locale.

Trattamento
La terapia prevede innanzitutto alcuni accorgimenti quali evitare condizioni che peggiorano il dolore e regolarizzare l’alvo. Possono essere prescritti antidolorifici e farmaci specifici per il dolore neuropatico. Si consiglia una valutazione fisiatrica ed eventuale fisioterapia.
Buoni risultati sono stati ottenuti con il blocco con anestetico locale e cortisone (infiltrazioni ripetute), con la
stimolazione del tibiale e con la radiofrequenza pulsata.

Il trattamento chirurgico decompressivo trova indicazione nei casi in cui siano state evidenziate con precisione sede e causa di intrappolamento.

La neuromodulazione sacrale, eseguita in un numero limitato di centri, ha dato buoni risultati in pazienti selezionati.


DISTURBI PROCTOLOGICI E CICLISMO
Il ciclismo è diventato uno sport popolare in tutto il mondo. Nel nostro Paese, da dati IPSOS del 2022, il 57% degli italiani dichiara di andare in bicicletta, il 37% di andarci almeno una volta a settimana anche se solo il 26% di utilizzarla abitualmente per tenersi in forma e appena il 13% di usarla come mezzo di trasporto principale. Numeri modesti se paragonati a Paesi come la Cina o l’Olanda, ma comunque non trascurabili e, grazie alla diffusione delle bici a pedalata assistita e del bike sharing oltre agli incentivi statali, in continuo aumento (+ 52% di vendite nel 2022 rispetto al 2019) nonostante l’ostile pregiudizio tipico dell’italiano nei confronti dei ciclisti su strada. Il ciclismo infatti non é solo un metodo di trasporto economico ed efficiente, ma soprattutto uno sport salutare in quanto rappresenta una pratica consolidata per la prevenzione di diverse malattie croniche (cardiovascolari, tumori, ipertensione arteriosa, obesità, depressione e osteoporosi per citarne alcune). Ad andare in bici si impara da piccoli e, come si dice, non lo si scorda più. A volte diventa un hobby o una passione. Ma siamo sicuri di aver imparato veramente come si sta in sella? Qualche dubbio potrebbe venire quando la nostra amata bicicletta ci causa problemi come dolori alla colonna, sintomi proctologici, al pavimento pelvico e ai genitali. A fronte dei numerosi benefici sopra citati, infatti, il ciclismo, come tutti gli sport, specie se praticato con una certa frequenza, può causare disturbi.

Quali sono i disturbi proctologici correlati?
I disturbi sono vari per tipologia e per gravità e possono comprendere dolore acuto, formicolio e intorpidimento del perineo e/o dei genitali, lesioni cutanee, disturbi sessuali come la disfunzione erettile. Una delle patologie più importanti é rappresentata dalla neuropatia o nevralgia del pudendo dovuta a compressione, intrappolamento e ischemia del nervo pudendo. Tra i disturbi correlati dobbiamo citare anche le emorroidi e le ragadi che potrebbero manifestarsi o peggiorare dopo una pedalata. La diagnosi dei disturbi pelvici e proctologici correlati al ciclismo é fondamentalmente clinica eseguita dal proctologo quando i sintomi prevalenti sono del comparto posteriore, dall'uro-ginecologo se al contrario sono prevalenti i disturbi uro-ginecologici. In alcuni casi possono essere utili approfondimenti diagnostici strumentali come la manometria anorettale, la RM e lo studio dei tempi di latenza del nervo pudendo.

Quale meccanismo alla base?
Il meccanismo di danno é legato alla compressione. Quando si é in sella il perineo é compresso tra la sella e le strutture ossee del bacino sotto il peso corporeo. I punti dove la pressione si concentra sono rappresentati soprattutto dalle tuberosità ischiatiche e dalla sinfisi pubica. Se la compressione interessa i vasi e i nervi in modo prolungato e/o ripetuto si possono avere dei disturbi. La condizione atletica, lo stile di vita ed eventuali patologie presistenti giocano un ruolo non secondario. Fondamentale é anche il tempo di compressione quindi il tempo in cui si sta in sella. Il microtrauma ripetuto dovuto ad una costante vibrazione della sella può portare a infiammazione cronica, ragadi anali con dolore anale e ipertono sfinterico e a disturbi della defecazione.

Ci sono differenze tra maschio e femmina?
Quando si parla di disturbi legati al ciclismo si pensa maggiormente al sesso maschile. In realtà anche le donne ne soffrono. Maschio e femmina stanno in sella in modo diverso in relazione alla diversità del perineo e del bacino maschile e femminile. Alcuni studi hanno infatti evidenziato come i centri di maggior pressione sulla sella nel maschio siano spostati più avanti rispetto alle femmine che invece hanno mostrato una maggiore distanza tra le tuberosità ischiatiche. Nella donna poi sono più frequenti alcune patologie legate alla debolezza del pavimento pelvico caratterizzate da prolassi e incontinenza di cui occore tenere conto.

L'importanza della sella
Il fattore più importante per la compressione é la superficie di contatto tra il ciclista e la sella. La superficie di contatto con la sella dipende dalla posizione in bicicletta (inclinazione della colonna, posizione delle mani sul manubrio), tipologia, posizione, inclinazione e altezza della sella. La colonna vertebrale inclinata in avanti favorisce l’appoggio del perineo anteriore sulla regione ischiatica portando alla compressione del nervo pudendo. Avere una buona posizione in sella é quindi indispensabile per divertirsi e prevenire disturbi. La sella va posizionata correttamente e poi va provata per alcune uscite (non é sufficiente un breve giretto) per capire se tipo e regolazione sono adatte a noi. Purtroppo piccole variazioni di regolazione possono fare una grande differenza tra divertimento e sofferenza tale da farci passare la voglia di pedalare. Ci sono formule che permettono di calcolare in autonomia la posizione in bicicletta ma se le ore in sella sono tante, se si ricerca la prestazione anche senza essere dei “pro” o se in sella non ci si sente a proprio agio o se compaiono disturbi appena dopo l’inizio dell’uscita, potrebbe valere la pena sottoporsi ad una valutazione bio-meccanica.

Il tipo di bicicletta influisce?
Il tipo di mezzo condiziona inevitabilmente la posizione in sella, la qualità e la quantità di forza applicata sui pedali e la quantità di vibrazioni. Da questo punto di vista é stato evidenziato come le mountainbike siano maggiormente responsabili di disturbi pelvici rispetto alle bici da corsa. I problemi proctologici sono infatti molto comuni nei mountainbiker professionisti. In uno studio su questa categoria di ciclisti sono state evidenziate diverse alterazioni funzionali alla manometria anorettale. Altri fattori di rischio sono rappresentati dall’uso delle barre da triathlon e dall’altezza errata del manubrio.

Come si affronta il problema?
Il ciclista deve prestare molta attenzione a qualsiasi sintomo di allerta precoce, come dolore, formicolio o intorpidimento del pene e/o del perineo prima che i disturbi diventino invalidanti e tali da imporre di smettere di praticare questa splendida attività sportiva. Diversi articoli hanno evidenziato una risoluzione spontanea con il riposo e a volte con la sola riduzione dell’attività. Per risolvere però il problema in modo definitivo occorre apportare le opportune modifiche ai componenti della bici al fine di una corretta ergonomia in sella, se necessario rivolgendosi ad un bio-meccanico. In alcuni casi é proponibile un percorso di riabilitazione, eventualmente di neuromodulazione. Le malattie proctologiche non costituiscono una controindicazione al ciclismo, fatto salvo il buon senso di rimandare l'uscita specie se lunga durante una sintomatologia acuta, perchè pedalare deve essere un piacere e non una tortura. Anche nelle patologie croniche del pavimento pelvico é generalmente possibile praticare il ciclismo, adeguando l'attività alle proprie possibilità, evitando ad esempio fondi molto sconnessi o tratti troppo impegnativi.

Come prevenire?
Come già detto la prevenzione si fa assumendo una corretta posizione in bicicletta, non dimenticando di indossare un intimo adeguato. Durante l’uscita é consigliabile fare delle pause scendendo dalla bici. Anche alcuni accorgimenti durante la pedalata come il passaggio a una marcia più alta e stare periodicamente sui pedali possono permettere di scaricare pressione dal perineo. Diversi autori raccomandano un periodo di riposo di 20 - 30 secondi ogni 20 minuti anche durante le competizioni. Per quanto riguarda la prevenzione delle patologiche proctologiche é sempre valido mantenere l’alvo regolare, idratarsi adeguatamente, avere una dieta varia , ricca di fibre e trattare eventuali patologie prima che queste si possano complicare.