Il prurito anale é uno dei sintomi più frequenti nei pazienti affetti da malattie ano-rettali. Può presentarsi in vari momenti della giornata: dopo la defecazione, di notte o al mattino. Può essere occasionale oppure frequente e prolungato rappresentando un disturbo piuttosto fastidioso e addirittura frustrante. Colpisce maggiormente i soggetti di sesso maschile tra i 30 e i 50 anni. La sensazione di prurito é dovuta al rilascio a livello della cute di alcuni mediatori chimici quali l’istamina che determinano stimolazione delle fibre nervose sensitive. Lo sfregamento che ne consegue, a fronte di un lieve ed estemporaneo sollievo, determina lesioni da grattamento della cute e delle mucose e ulteriore rilascio di mediatori chimici che mantengono il prurito con conseguente peggioramento della sintomatologia favorendo inoltre l’insorgenza di sovra-infezioni. Si viene così a creare un circolo vizioso prurito - grattamento - prurito. Alcuni fattori possono contribuire all’insorgenza e al mantenimento del prurito: eccessiva sudorazione, errata igiene locale, biancheria intima sintetica, fumo di sigaretta, tè, caffè, latticini, pomodori, salse, formaggi, cioccolato, agrumi, nocciole, pop corn, spezie, alcolici (in particolare birra), succhi di frutta, bevande gassate, attività sportive che tendono ad irritare la regione perianale come il ciclismo. In caso di prurito cronico la cute tende a modificarsi diventando dapprima arrossata, poi ispessita, dura e più chiara (lichenificazione) infine ulcerata.

Possibili cause
Le cause più comuni di prurito anale sono rappresentate da:
  •  patologie anorettali: emorroidi, ragadi, prolasso, fistole, tumori, lievi perdite fecali specie se accompagnate a scarsa igiene locale
  • patologie dermatologiche: psoriasi, lichen, dermatite atopica - da contatto (detergenti intimi e detersivi), infezioni batteriche (stafilococchi e streptococchi), virali (herpes, papilloma), micosi (soprattutto candida), parassitosi quali ossiuriasi (più comune nei bambini) e scabbia per citarne alcuni
  • patologie generali: diabete mellito, insufficienza renale cronica, malattie ematologiche, fattori psicogeni.
    In circa la metà dei casi non é possibile riconoscere una causa: si parla di prurito anale idiopatico.

Trattamento
Il trattamento principale si basa sull’eliminazione della causa del prurito, una volta che questa sia stata riconosciuta, alleviando nel frattempo i sintomi del paziente. A tal scopo sono consigliati i seguenti accorgimenti: mantenere la cute perianale asciutta, evitare uso della carta igienica, non grattarsi, non usare saponi profumati o altri cosmetici sulla cute perianale, lavarsi con acqua tiepida (eventualmente con detergenti neutri), non applicare creme, pomate o polveri se non prescritte dal medico, indossare biancheria intima di cotone, non colorata e priva di cuciture o parti che possano sfregare sulla regione anale e perianale, lavare la biancheria intima a mano con sapone neutro evitando uso di detersivi, dieta varia povera di alimenti irritanti e con adeguata introduzione di liquidi. L’applicazione frequentemente consigliata di creme per emorroidi può dare sollievo perché questi prodotti contengono generalmente una certa quantità di cortisone. Il cortisone però, a lungo andare, tende a causare atrofia cutanea e a favorire infezioni e micosi. Sarebbe meglio eseguire una visita specialistica (proctologica ed eventualmente dermatologica) evitando trattamenti prolungati a base di steroidi (non superare le 2 settimane) in assenza di una diagnosi più precisa che richiede una ispezione accurata della regione perineale e una anoscopia.